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martedì, settembre 09, 2008

Mallorca keywords

Iban: non nel senso di codice bancario, è il nome della nostra guida per tutta la vacanza. Ci accoglie all’aeroporto con un calumet in segno di pace, cavalca una furgoneta sporca come i portici di via Petroni, a vedersi ricorda un po’ tom hanks in cast away, mi ha mostrato le bellezze dell’isola con l’entusiasmo di un innamorato delle vita.
Fia: praticamente assente, almeno nella parte dell’isola da noi frequentata. I rari avvistamenti suscitano l’interesse tipico del zoologo alla vista di un ornitorinco lungo 4 metri (parlo per me, naturalmente).
Gambas: ho mangiato solo gambas. Gambas a colazione, gambas a cena, gambas alla griglia, risotto ai gambas e asparagi cotto con brodo di teste di gambas (brava letì). C’avete presente bubba, l’amico di forrest gump?
Zoo: in casa avevo un cane, tre gatti, qualche geco, molte formiche e due donne. Se si escludono i due esemplari di sapiens sapiens sono andato d’accordo quasi con tutti. Una buona percentuale, no? (nota: se discutete con una donna sapiens sapiens molto amica dell’altra donna sapiens sapiens, state discutendo con tutte e due. Si trasformano in un essere mitologico a due teste, solo che una delle due teste è un bobblehead che approva costantemente quel che dice l’altra)
Vino: il loro fa schifo al cazzo. Per trovare una bottiglia decente ho dovuto sganciare 20 euro per una bottiglia argentina.
Burraco: non giocate mai, e dico mai, a burraco con due donne che sanno giocare a burraco. Potreste pensare alla partita come a un passatempo da accompagnarsi con alcol e chiacchiere. Sbagliate. Se giocato con donne diventa una esercitazione militare, da praticarsi in un silenzio assoluto, silenzio rotto unicamente da tre ordini: “ti muovi!”, ”dai!” e “non sai giocare!”. Se vi azzardate a vincere una singola mano (la partita non è in discussione) sappiate che siete dei bastardi bari di merda schifi maledetti infingardi maiali leprossimevoltecontiamonoiipunti. In buona sostanza, una cosina rilassante.
Hierbas: è una robaccia alle erbe che bevono tutti alla fine dei pasti. Ne ho bevuto qualche litro. A sera. Ne ho una bottiglia, ve lo faccio assaggiare.
Buongiorno: no. Alternative possibili sono: “Dove cazzo è il caffè?!?”, “Chi cazzo ha chiuso ‘sta bastarda di una macchinetta del caffè!?!”, “Come cazzo è possibile che il latte sia già andato a male!?!” e altre amenità che hanno a che vedere con la necessità di caffeina e con il cazzo (riuniti in un curioso connubio (a scienze della comunicazione useremmo questo argomento per una bella tesina)).

martedì, agosto 19, 2008

Si stava meglio quando si stava meglio


In Croazia ho imparato che:
"Barca è facile, barca non è filosofia"
Porterò questa perla di saggezza sempre con me.
Notare che l'autore si è poi lanciato in questa discussione:
"Di dove sei? Roma?"
"No, Bologna"
"Bologna! Avevo capito da accento! Bella città Bologna, io deve andare una volta"
"Eh già"
"Mio amico lavora a Bologna, ma Bologna grande tu non credo conosce"
"Non credo, no. Ma tu come mai sai così bene l'italiano?"
"Io tifo Roma, ogni anno vado per derby."
"..."

ps
ho messo qualche foto su flickr, vi ricordate tutti l'indirizzo, vero?

lunedì, maggio 26, 2008

Breve guida della Friulandia

La friulandia è una zona verde (molto verde, parecchio verde, quasi tropicalmente verde e infatti piove sempre) del friuli venezia giulia che si spande da udine fino a una serie di paesini con nomi improbabili nelle circostanze.
Ci sono stato per visitare le cantine, per l’occasione aperte. Per la precisione ci sono state con tre amiche (i più attenti avranno notato che vado a visitare Parigi con tre uomini e a bere con tre donne. Così, infrango barriere, abbatto luoghi comuni, vedo gente).

La strada per la friulandia
Son quattro faching ore di treno. E tocca pure cambiare a mestre. Socmel unico commento.
Il friulandico di città
E’ un gran fighetto. C’ha il macchinone, fa l’aperitivo, veste elegantino, è attento al design. Ma ho capito perché. Bere non costa un cazzo, con quel che risparmi in alcol puoi permetterti qualsiasi cosa o quasi.
L’autista friulandico/a
Supera la barriera del suono nei centri abitati, la velocità della luce nelle extraurbane e immagino stia appena sotto il limite Penzo (questa non è per tutti) in autostrada. Dico immagino perché non mi pare di esserci mai entrato, in autostrada. Dico mi pare perché non posso del tutto escludere che mentre sbattevo gli occhi la mia cocchiera un passaggio in autostrada me lo abbia fatto fare.
Gli stop non esistono, vengono calcolati come precedenze, le rotonde non esistono, vengono calcolate come curve, c’è un photored in tutta la zona e pur di evitarlo la gente fa dello sterrato. Nessuno suona il clacson ma non pensiate sia per tedesca educazione, dipende dal fatto che i decibel raggiunti dalle bestemmie degli autieri sono molti di più di qualsiasi tromba bitonale possiate montare sulla vostra macchina.
La città friulandica
Come detto, ad abitante fighetto corrisponde città fighetta. Però con stile. Un paio di locali a voi fighetti bolognesi piacerebbero davvero tanto. Prima di andare a pagare. Poi appena scoperto che vi costa meno di 10 euro un aperitivo scappereste schifati al cafè de paris. Cazzo, lì si che è di classe! Cos’era quella roba da barboni pezzenti senza un soldo?
L’uomo friulandico docg
Chi avesse conosciuto una qualche friulandica a caso, potrebbe aver pensato (attingendo a un luogo comune di dubbio gusto) “questa beve e regge come un uomo”. La pensata precisa in realtà dovrebbe essere “questa beve e regge come un uomo non friulandico”. Perché l’uomo friulandico di origine controllata e garantita beve molto di più della donna friulandica e potreste scoprirlo a vostre spese.
Potrebbe per esempio capitarvi che dopo una serata da 2 litri (non due bottiglie, due litri, fighetti!) di vino in 4 e un paio di gin tonic (non in 4, da solo) la squisita ospite suggerisca di accostare al bar del paese per un taglio (bicchiere di vino) alle ore 11.45 am. Vi potrebbe capitare di sorridere pensando a una gag, scoprireste presto che la tipa non scherzava un cazzo, così come non scherzava un cazzo il resto del paese che è riunito praticamente tutto lì. Voi immaginate tamburini alle 19 di un sabato di maggio, ecco più o meno quella calca lì. E non ho visto ordinare caffè.
Al primo prosecco, potrebbe capitarvi di ripetere kassovitzianamente tra voi “fin qui tutto bene, fin qui tutto bene”. Sì, ma poi c’è l’atterraggio. Che si presenta nella persona di due energumeni che vi daranno tregua solo fino a quando non avranno capito che, questa volta, la loro compaesana non ha portato da bologna un gay (anche questa non è per tutti). Da quel momento potrebbe capitarvi di finire sotto la loro ala e potreste correre il rischio di bere tipo 5 spritz prima dell’una, uno dei quali fatto in boccale da birra. E mi raccomando, comprare il vino per il pranzo, che scherziamo?
Mifermoacomprarequalsiasicosa in friulanda
Significa fare un taglio di vino.
L’ho scoperto a mie spese girando con gli energumeni di cui sopra.
Dice, devo comprare le sigarette.
Ok.
Le sigarette non si comprano dal tabaccaio, no, si comprano in un bar e vuoi fermarti senza bere una cosa?
Io, per dire, avevo bisogno del bagnoschiuma ma ho preferito star zitto, sai mai che mi facciano bere uno spritz anche in profumeria. Magari servito in comodo dispenser.
Le cantine della Friulandia
Bene, molto bene.
Il cibo della Friulandia
Roba leggera, che va giù facile. Tipo il frico (non vi dico cosa è, dovete provarlo) o tipo il salame cotto con aceto e cipolla. Se vi capita, andate qua http://www.masarotti.com. Fan tutto loro (ma tutto, non come certi agriturismi...), spendi niente (16 euro, ridi pagliaccio, ridi), e la zdaura (che lì ovviamente non si chiamerà così, ma che ne so io?) in cucina è sinomo di qualità e cortesia.

A parte le mie stronzate, grazie alla friulanda bionda che mi ha ospitato e ai friulandi che ci han fatto compagnia.

mercoledì, maggio 21, 2008

NOOOON SEI MAI STATO A PARIGIIIIII??????!!!!!!!!!!

Adesso sì.
Ok?
Temo di arrivare un filo lungo e che non vi serva una guida della città. Mi limiterò a dire che:
ho infine visto lo splendore delle parigine. nulla da dire. non è leggenda.
ho conosciuto un tunisino che mi ha spiegato come e quando una seggiola ti chiama a sé e ti costringe a portarla in giro per le strade.
ho conosciuto un parigino: sosteneva che in questo periodo le parigine si trombano facili. alla mia domanda, "cazzo fai qui a parlare con me allora?" ha risposto che lui a parigi ci vive e il fesso sono io che ci sto quattro giorni. 1-0 per lui.
ho visto il mio locale ideale. vende libri e vino, si chiama "la belle hortense". serve da bere una bimba adorabile, gonna lunga e larga, vita stretta, chioma elaborata. i libri però sono in francese e io non capisco una parola di francese. anche la bimba parla solo francese. intuite dei tre elementi del locale quale sia stato l'unico a capirmi (e che io capissi)? strano.
ho conosciuto un venditore d'arte di bassano del grappa. ha offerto a me e ai compari numero due bottiglie di vino. lui nel frattempo ne scoppiava diverse di champagne con suo fratello. due geni.
ho conosciuto un borseggiatore da metro. ho un messaggio per lui. mi hai preso solo i documenti e io sono riuscito a imbarcarmi con il badge del lavoro. puppami la fava, bastardo, e divertiti con la mia carta d'identità e la mia tessera sanitaria.

ok, solite foto sul fliccherone. son poche perché per mettere quelle del primo maggio ho esaurito i miei 100 mega mensili.

domenica, agosto 26, 2007

Bec

Son tornato.
A dirla tutta son tornato più di una volta ma non avevo poi sta voglia ogni volta di aggiornare il blog. Anche perché, rimanga tra me e me, non è che ci sia rimasta tanta gente a passare.
Ho qualche foto della settimana di cazzeggio integrale in Turchia. I racconti delle ferie sono noiosissimi per cui vi risparmierò, mi limito a dire che la compagnia è sempre stata ottima e questa - e vai col luogo comune - resta per me la cosa più importante.
Ciò detto, e ringraziato chi mi ha ospitato e chi più banalmente mi ha accompagnato, sono a sottoporvi un mio studio naturalistico.
Sede dello studio, Villa Papete, Milano Marittima.
In questa discoteca ho avuto modo di sviluppare una teoria molto interessante (già). Partiamo da una classificazione. Esistono maschi di tipo alfa, di tipo beta e di tipo gamma. Allo stesso modo esistono femmine di tipo alfa, beta e gamma. Il maschio di tipo alfa possiede tutte el caratteristiche per essere dominante nella caccia alla femmina migliore. Fossimo babbuini avrebbe un enorme culo rosso, nel nostro caso si avvale di altre armi che, in alcuni casi, constano di caratteristiche fisiche particolarmente attraenti, in molti altri sono identificabili in Cayenne, nabucodonosor di Krug e più genericamente un conto in banca che faccia alzare dalla seggiola il direttore quando si entra in filiale. Dopo questi esemplari, vengono i maschi di tipo beta e gamma, a scendere.
Discorso simile per le femmine di questo straordinario animale. In questo caso i segni che distinguno la femmina di tipo alfa sono tetteculogambe. Poi va beh, se vogliamo fare della poesia, è chiaro che oltre le gembe c'è di più, ma qui si sta trattando una particolare interazione, quella da discoteca che verte unicamente all'accoppiamento.
Ora, tornando a noi, questo animale nel suo habitat si comporta in modo particolare. Al centro dell'arena si trovano le femmine di tipo alfa ostentano e agitano i propri segni distintivi, atti a stimolare i maschi. I maschi di ogni tipo si agitano come macachi sbavanti con un movimento circolare intorno ad ognuno di questi esemplari femmine, tanto per controllare che ogni caratteristica sia adatta alla riproduzione della specie. Il problema è che un maschio di tipo beta, e ancor più di tipo gamma, non ha nessuna probabilità di arrivare all'agognato accoppiamento con una femmina alfa. A un bel da agitarsi il ridicolo esemplare, non sa che la femmina alfa ha affinato nel tempo udito e olfatto straordinari che le permettono anche a grande distanza e nonostante la musica assordante, di riconoscere distintamente il suono prodotto dalle chiavi di un porsche sul tavolino di cristallo, l'odore di una carta di credito ben piena e il suono del tappo di Crystal quando abbandona la bottiglia.
La parte più curiosa deve ancora venire. Al di fuori di questo cerchio rituale si trovano in abbondanza femmine di tipo beta e gamma. Quel che le altre specie hanno capito da tempo è che ripiegare su una femmina dello stesso tipo permette, in taluni casi, di arrivare alla riproduzione, cosa che mai accadrà stando dietro ai culi statuari delle veneri da privè.

Va beh.

Non rileggerò sta stronzata che ho scritto perché ho veramente paura di che cazzata posso aver detto.

martedì, maggio 22, 2007

Berlino

Ueh, son stato a Berlino!
Ho fatto pure un sacco di foto, qualcuna l'ho già postata sul mio nuovo flickr (in flickr son tutti dei fighi, io invece lo uso tipo album delle foto del mare).
E' andata tanto bene, blablabla. Nessun resoconto palloso per ora, mi limito ad alcune considerazioni molto personali ed estremamente interessanti, io reputo.
- I tedeschi sanno fare il cappuccino. Non so se tutti i tedeschi sanno fare il cappuccino, quel che è certo è che alcuni lo sanno fare. Ho le prove. A dirla tutta io ho preso un gigantesco latte macchiato perché non mi fidavo, ma ho testimoni occhiulari.
- I berlinesi sono fighi. Certo, un bell'operaio crucco arrossato dal sole con i baffi e i capelli corti sopra lunghi dietro, lo abbiamo visto, però mediamente son gente sobria ma di gusto. Oltre ad avere facce "pulite" e poche buzze alcoliche. Diciamo che ho incrociato sguardi più cordiali, però al limite se ne fottono, non è che son minacciosi come gli sloveni.
- Le berlinesi sono un gradino sotto le italiane ma almeno tre rampe sopra le spagnole, di certo si possono permettere di vomitare fango sulle barcellonesi. E poi girano tutte da sole. Son forti, cribbio.
- Due tedeschi di non so dove ci sono passati davanti in fila davanti al reichstag. Farei notare che l'abile intrallazzone sorridente, prima di passarmi davanti con classe si è assicurato non fossi del sud dell'Italia. Chiedete a lui perché.
- La Airberlin ci ha garantito un cazzo d'aereo all'andata, quando erano tutti crucchici, al ritorno per l'imbarcata di bergamaschi che ci accompagnava era invece pronto una specie di biplano che di buono aveva giusto una delle tre hostess. Ah, durante il viaggio coi bergamaschi ho rivalutato la musicalità del tedesco.
- Siamo stati in un locale super underground, proprio come ve lo immaginato. Vai nel cortile di una costruzione enorme e del tutto anonima, ti infili per una scala sporca e buia, apri la porta ed eccoti nell'antro, accolto da un basso a mertello sullo stomaco. Poca gente purtroppo, quelli che c'erano però ballavano più soli di Liv Tyler, con movimenti a coinvolgere massimo le spalle. Altra cosa, esiste altro posto al mondo in cui un locale cupo come il transilvania e che suona della techno abbia una presenza femminile vicina al 40% (e mica rutti)? Non credo.
- Un grande cliché confermato riguarda la cucina di sta gente. Fa cagare, senza attenuanti. La Lonely Planet (sia stramaledetta lei) ci ha consigliato (primo posto) un ristorante tipppico. Spero stiano male loro e l'autore della guida. Uno schifo mai visto. E non si salvano nemmeno i kurriwurst di sta ciolla. Dai oh, fan merda quasi più di mac donald! In compenso è vero che il kebab lì è di un altro passo, senza tante salse del cazzo e con della gran ciccia. Ho fatto anche del Felafel e il tailandese consigliato dal mio amico nottambulo. Molto bene.

Vado di fretta per cui mi fermo, appena posso aggiungo altri nanetti, gli altri partecipanti hanno ovviamente diritto di dire la loro (mi scappa da ridere).

lunedì, aprile 23, 2007

Il piadinaro barcelloneto

Saprete che un bolognese di bologna ha ora una piadineria a Barca, quel che forse non sapete è che qualche tempo fa, un annetto giusto giusto, un gruppo di visitors si recava in quella che sarebbe diventata la piadineria del nostro.
Ed ecco le prove:


Praticamente di fronte, ecco la spiaggia:

mercoledì, settembre 06, 2006

Gita dalla Suzi


Ho aggiunto qualche altra foto. Facile importi sega ma pazienza.
Ah, dimenticavo due cose:
1) Ancora tanti grazie al suzino.
2) Nell'album web, se cliccate su "diapositive" parte uno slideshow (parlando come magnamo, vi fa vedere le foto in sequenza con i commenti cazzoni a fianco).

martedì, maggio 16, 2006

Barcellona - Appendice

Oilalà, amico lettore! Sono ancora qui. Ti avevo riconosciuto doti di pazienza e sopportazione. Credo ne abuserò ancora una volta.


Per giudicare i sei viaggiatori devo approfondire prima un concetto appena accennato nei ringraziamenti dell’epilogo. Non è che, luogo di nascita a parte, i pellegrini avessero grandi cose in comune. Per capirci meglio, sei donne con interessi tanto diversi, non sarebbero nemmeno arrivate all’aeroporto di Venezia senza essersi mandate una dozzina di maledizioni a testa (incrociate, sparlando di ognuna con le altre cinque, a rotazione). [sarà la volta che riesco a creare un bel flame nei commenti?]
Insomma, un bel voto andrebbe a tutta la balotta che si è sopportata e, nel complesso, adattata alle esigenze e ai gusti altrui. Ma, come tu ben sai (e per rispondere anche a quel Buttiglione di merda), quando tutto va bene la storia non è interessante. Perciò mi inventerò molto. Se sei uno dei protagonisti, non offenderti. Terminata l’ora dei reciproci pompini, passiamo alle cose serie:

Il presidente: Eeeeeeeeeh, gran brutta prova del pres di noartri. Parte malissimo, prima si droga (doping, arbitro! Questo è doping!) poi finge l’infortunio e chiede il cambio. Correggere una gara cominciata tanto male è dura davvero. Ci prova con la consueta eleganza (il più bolognese di tutti i bolognesi in vacanza: polo, braghino corto, airmax bianca) e con spunti di classe. Resta un giocatore di fioretto, poco adatto alla lunga bevuta (lo vedremo mai ribaltato sul serio?). Denilson.

Da Big Dog: Piace molto la tenuta da sbirro di los angeles (hai presente quei pirla che inseguono pericolozizzimi criminali in bici?), batte ogni record esistente di paglie fumate al secondo (record precedente di Sandro Ciotti) e di paglie fumate in giornata (record precedente di Krusty (non, il klown)). Diciamolo, non ha più il fisico di un tempo, però resta affidabile e continuo. Non dice mai di no a una birra e l’ultima sera è l’ultimo a uscire dalla disco, insieme agli autoctoni. Davids.

Fdg: Ahahahahahah. Stiamo parlando di uno che è riuscito a prendere 150 iuros di multa perché pisciava contro una palma alle 5 del mattino! Capite anche voi che risulta assai complesso valutare la sua prova senza ridere. Tra l’altro ha aggiunto alla beffa della multa oscure minacce su quello che ci avrebbe fatto a loro (gli sbirri, suppongo, ma non ho mica capito) una volta tornato in Italia. Suvvia, mi faccia un piacere. Se a questo episodio si aggiunge il presunto furto di 10 euro da parte del figotto (rivelatosi falso) e gli insulti al ginecologo reo di averlo svegliato (sì, però lui aveva fatto risuonare la mucca fino a due minuti prima), si ha l’immagine di un giocatore che sarebbe pure bravino ma che è sempre per terra a frignare con l’arbitro. Inzaghi (o Nedved).

Toro: Sereno come pochi ha un singolo obiettivo. Bere. Lo persegue con costanza. Giocatore esperto, non insegue la partita ma aspetta sia la partita a venire a lui. La partita viene effettivamente a lui sotto forma di cassa costante durata 96 ore. Non lo definirei un trascinatore ma se ti capitasse di pensare “corbezzoli (mi hanno sgridato perché scrivo parolacce), avrei voglia di ordinare qualcosa da bere ma da solo mi viene tristezza”, lui è il tuo uomo (o il tuo bovino). Emerson.

Renzo: Brilla subito con un paio di impuntate che gettano nel panico il resto della squadra e rischiano di spaccare lo spogliatoio (e un po’ anche i coglioni). In realtà resteranno casi isolati. Viene letteralmente buttato fuori dalla sua zona di campo (la cucina) da un panchinaro pescato nelle serie minori che tutti pensavano essere l’autista del tram. Lui accusa il colpo con discreto stile e si mette, volenteroso, al servizio del nuovo king. Detronizzazione che sarebbe passata anche in modo indolore se non fosse stato per il Presidente che, calboni come pochi, lo sputtana facendo sperticati complimenti al Ciofanni (con stretta di mano, con stretta di mano!). Luther Blisset.

Il sesto viaggiatore: per fare una pagella potrei scegliere due strade. La prima, quella di parlare bene di me stesso. Tristissima. La seconda, quella di parlare male di me stesso. Fintissima. Non vi resta che provvedere.

m.

mercoledì, maggio 10, 2006

Barcellona - Epilogo

Sei stato paziente lettore, te ne do atto. O forse paziente non lo sei stato affatto e già da qualche capitolo mi hai abbandonato. In tal caso parlerò a me stesso. So essere un interlocutore eccezionale. L’unico problema è che non sono quasi mai d’accordo con quello che dico.
Ma sono problemi miei.

Chiudo questo racconto di viaggio con una sorta di pagellone, a descrivere alcuni elementi che si sono distinti in questa vacanza.

I miei rispetti.


I relitti: Sono tutta una serie di personaggi che abbiamo conosciuto a Barca. Una svalangata di italiani (sì, proprio quelli che la Gran Coppia odia con tanto ardore) che si è arenata a Barca perché in Italia non poteva esprimere il proprio talento. Esponenti di una vera e propria fuga di cervelli, oggi arricchiscono la più felice Spagna con le loro mille abilità. Principe assoluto credo si possa eleggere il Paolone, strano tizio che abbiamo trovato arenato sulla spiaggia di Barcelloneta e abbiamo poi incontrato una seconda volta al Manchester (“Oh, regaz, avete una siga?” “Prendi pure” “Oh, poi te ne restano due” “Le comprerò, c’è un distributore dentro al locale”. Udita la risposta il Paolone decide che le due rimaste le può pure fumare). Voto 5.

Ciofanni: Considerata la capacità in cucina non è possibile inserirlo tra i relitti. Voto 6,5.

Donne di Barca: Le donne che si aggirano per Bologna la turrita le prendono, le rivoltano come calzini e ci passano pure sopra una mano di asfalto. Non c’è paragone per qualità, varietà e forse nemmeno quantità. Voto 4, saremo mica abituati bene?

Scatolina che fa muuuuuu: Must dal quale non mi sento di poter più prescindere. Un muggito costante che ha accompagnato ogni sosta dal bere e anche qualche bevuta. Indispensabile. Voto 8.

Il ginecologo: Piacente (ussy, ti prego, non farti sempre riconoscere!), ha stretto la mano ai viaggiatori più volte di quante abbia aperto bocca e meno di quante abbia trombato. Palato non propriamente finissimo (ogni buco fa brodo cit.), igiene di basso livello ma più che sufficiente per la Spagna. Si aggira con un mano sul fianco per la casa, come un vero attore porno(l’unione di ginecologo e scatola che fa muuuu porta alla nuova gag del Procione che imita un attore porno al grido di Oooooh Yeaaaah). Voto 8 (di stima).

La casa: praticamente una nave senza oblò. Hai presente? Un lungo corridoio con le porte delle cabine su un lato. Cabine claustrofobiche e mai areate. E nemmeno una cazzo di finestra. Oh, grande popolo, sia chiaro, però alla finestra sono arrivati qualche millennio fa, subito dopo il fuoco e, credo, prima della ruota! Voto 3 (tre voti in più perché ha ospitato i mangiafriggione).

Special thanks to:
Ringrazio le due bestie che ci hanno ospitato e che ci hanno accompagnato in questa vacanza. Hanno preso giorni di ferie e hanno finto benissimo che noi fossimo ospiti graditi. Ringrazio ginecologo argentino e venesiana (più la venesiana, va!) che hanno sopportato la presenza di sei bisonti accampati in casa. Ringrazio i miei compagni di viaggio che sopportano le mie innumerevoli storie e lune. Non è roba da poco che gente tanto diversa riesca a viaggiare insieme (certo, abbiamo zia birra che ci unisce). Ringrazio anche Ciofanni che ci ha cucinato una gran cena. Non ringrazio la guardia municipal che ha fatto la multa al fdg.

m.

domenica, maggio 07, 2006

Barcellona - Terzo Giorno

Come farò?
Come farò a mantenere tutte le promesse? Come farò a raccontarti qualcosa che uno dei sei pirla non ti abbia già raccontato sei volte? Tante cose da dire e così poco tempo.
Bentornato al Gran Ballo, gentile ospite.


La mattina del terzo giorno si apre con una raffica di frasi lapidarie del Toro (cagnone, toro, procione... nella vecchia fattoria iaiaoh).
"Oggi si vede chi ha veramente le palle."
"Comunque ieri non abbiamo bevuto tanto."
"Ah, siamo stati veramente in discoteca?"

Credo queste tre frasi possano spiegare molto della serata precedente (dell’astice, non so perché, ho il sospetto ti abbiano già detto). Forse, per farti capire meglio, posso aggiungere che durante la cena tutta la tavolata aveva cantato a gran voce Bella Ciao. Se conosci un paio degli animali del serraglio sopra descritto, capisci anche quale potesse essere il tasso alcolico (prima che si affretti a scrivere un orgoglione commento, preciso che il Presidente è stato l’unico a non cantare. Contento?).
Ma ti narravo il terzo giorno e son finito a blaterare del sabato. E fu Domenica. E nessuno si riposò perché ancora troppo alcol avevano da ingollare i felsinei in trasferta (non ho mai conosciuto gente che facesse del bere una missione come questa gentaglia).
Presto che è tardi, tutti a mangiare che i due barcellonzi (barcellonesi stronzi, neologismo, diritti depositati) ci portano nell’ennesimo localino di loro conoscenza. E badate bene, la bazza è dietro l’angolo per i furbi italioti che scovano un localino incredibile che immagino conoscano solo i barcanati da generazioni! Se vi capita, mi sento di consigliarlo anche a te. Si trova attaccato a una grande chiesa che qualcuno chiama Cattedrale, ha tutti i tavolini fuori è un bel menù in inglese esposto all’ingresso. Menù che cerca disperatamente di avvertirti! Io l’ho sentito, te lo giuro! “Che cazzo fai, mona (il menù è veneto, non so perché), non vedi che un panino al prosciutto costa 8,5 euro?”.
Vabbé. Stendiamo un velo pietoso.

Nel pomeriggio un gruppo passa allo shopping, un altro si dà alla cultura. Ci si rivede a sera ma ci si divide nuovamente perché un gruppetto mangia africano un altro teme per la propria incolumità e passa oltre. Il dopo cena è il classico birra blabla paglia birra blabla e via andare, avete capito. Si passa alla disco supertecno e il figlio di un giudice (fdg) fa in tempo a incazzarsi perché vuol fare il gentile col figotto e si ritrova a girare per il locale con due cocktail in mano. Se conosci fdg te lo puoi immaginare: fuma nervoso, sbattacchia cose e maledice il giorno in cui è stato gentile. Pensa anche di essere stato derubato, poi fa due conti e l’adrenalina torna sotto i livelli di guardia. Per poco...
Usciamo dalla discounz, passeggiamo ebbri fino a quando l’fdg decide di pisciare contro una palma di un hotel. Buup-buup. Due volanti, sbirri a fiumi, verbalino e pure qualche presa per il culo. E l’fdg è la persona più adatta a incassare. Aaaaah sì, bravino forte. Vi tramando solo la mitica frase: “Ma questo non era il paese della libertà!”, unito a un “bravissimi!” rivolto agli sbirri.
Nonostante tutto si arriva a casa. Dove gli eroici trovano due aggiuntine rispetto allo standard di abitanti della casa, uno prevedibile, l’altro meno:
a) Ennesima paziente del ginecologo argentino. Professionista abile e indefesso, anche questa sera l’argentino si è portato a casa del lavoro. Chiude la porta dell’ambulatorio, opera e caccia a calci la paziente.
b) Il figotto no, non l’avevo considerato. Fuga generale e fine della storia.
Anche questa volta mi sono dilungato. Però, tranquillo, la prossima è l’ultima.

m.

giovedì, maggio 04, 2006

Barcellona - Secondo Giorno

Eh già. Dovrei proseguire il racconto di cotanto viaggio. Però... Però mi sorge il dubbio che qualcuno ti abbia già raccontato tutto. E se tra le tue frequentazioni c’è chi penso io, nemmeno una volta sola. Allora cambierò stile. E per questo secondo giorno cercherò di raccontare solo alcuni aspetti, quelli più intriganti. E incomincerò dal più classico. Le donne.

Seguimi, lettore! Solo me, segui. E io ti mostrerò le donne di Barca.


I viaggiatori eran partiti con poche certezze su quanto avrebbero trovato in terra catalana. Tra queste, una su tutte: là, c’è la provvidenza, là c’è un sacco di gnocca. Tale consapevolezza derivava dai numerosi racconti che i due mentecatti (le bestie, i disadattati, rammenti?) avevano importato in quel del Bolo. Si ricordano in particolare queste parole dell’ungulato fetido: “Quando mi verranno a trovare i miei amici, chi gli presenterò? Gli presenterò solo donne, conosco solo donne! Iahahahahahahah”.

Bene.
Anzi, male.

Perché donne i nostri eroi fatte nessuna, viste pochine.
E come mai, chiederai tu.
E che diavolo ne so, chiedilo a loro, io sono qui a raccontare.
Certo, mentre racconto già sento brusii da fondo sala. Gli scopatori da tastiera sono carichi come molle e lanciano anatemi, li posso sentire, è come se fossero qui vicino a me (“Froci, io avrei scopato questo, mi sarei fatto fare quell’altro, che gran sfigati sono, froci...”). Ma non mi sento di condannare i mangiatortellini in trasferta. Tutto sommato non rammento grandi occasioni e non rammento soggetti di particolare interesse. Molti fra loro poi non potrebbero mai tradire le loro amate (che tra le altre cose è facile leggano queste righe [midovete50euroatestaperquestaleccata]).


Ma non ci saranno solo colpe dei viaggiatori! Parliamo anche degli ospiti e delle loro belle promesse. Esiste la possibilità che il nostro amico Procione abbia tenute nascoste le sue donne per non suscitare invidia, mi resta però il sospetto che non batta tutti quei chiodi millantati a distanza. Ma veniamo al dunque. Chi sono queste donne?

- Veneziana coinquilina: fanciulla gradevole, allegra e carina assai. Fin qui tutto bene. Farei notare però a tutti voi che Venezia è in Italia. Cioè, questi ce la menano tanto sulla spagna, che schifo le donne italiane che non la danno mai, in spagna sì che si sta bene e poi? E poi la migliore che ci presentano è italiana!!! (e, giustamente, immagino per ripicca, non gliela dà)
- Comodino ispanico: fatto in discoteca dal Procione, una roba indescrivibile per bruttezza e insipienza. Rimarrà nella memoria il bacio con segno della vittoria in favore della macchina fotografica.
- Nana sarda: presunta gran figa, alta più o meno come Silvio, gran bel reggipoppe leopardato. Ah, ovviamente vale il discorso veneziana.
- Collega del Procione: vabbé.
- Figotto: amica galiziana di endri la quale, certo, si sarebbe pure potuta fare. Ma anche no. O forse più no. Sicuramente no. Insomma, no.
- Female Paolini: chi avevo dimenticato!(special thanks to Cagnone). La mitica cilena, una donna un mito. Si inserisce ovunque, è amica di tutti, si nutre solo di prezzemolo (ma ne rumina parecchi se tanto (o se tanta) mi dà tanto). Due maroni così, in buona sostanza.
- Sequela di matate dal ginecolo argentino: questa è un’altra storia, la racconteremo altrove.


Si è fatto tardi. Perdonerai qualche caduta di stile, amato lettore. Perdonerai anche un po’ di confusione nelle descrizioni. Sarò ben lieto di dare eventuali delucidazioni o precisazioni. Basta chiederlo, i commenti sono lì per quello.
m.

martedì, maggio 02, 2006

Barcellona - Primo Giorno

Questo è un breve (neanche troppo, breve) racconto di un viaggio. Banale se vogliamo, che a Barcellona ci vanno cani a porci, ma se tu, onesto lettore, conosci i protagonisti di questo blitz catalano potresti avere interesse ad una lettura. Io quei sei pirla li conosco abbastanza bene, per cui credo continuerò a leggere. Tu fai un po’ come cazzo ti pare, in fondo mi interessa poco.


Partenza da Venezia con il sacro terrore della barriera di Mestre. O Dio dei cieli, ci saranno ore di fila, non c’è tempo per il caffè (prima impuntata dell’Architetto, gli amici tremano), non c’è tempo per pensare, presto che è tardi! In realtà Mestre riserva ai viaggiatori un onesto rallentamento e quindi un largo anticipo sul decollo. Poco male, il Marco Polo è un aeroporto gradevole e la birra costa un paio di euro. Parte della combriccola decide di approfittare dell’occasione (e qui, gentile lettore, stupisco perché quei giovani non sono soliti bere, ne sono certo).

Sarà vero che partire è un po’ morire? Non saprei, di certo qualcuno crede ciecamente a questo detto popolare, tanto da essere terrorizzato alla sola idea di prendere l’aeroplano. I due più bassi della compagnia si imbottiscono di droghe per sopportare meglio il viaggio e qualcuno, fra loro, pagherà a caro prezzo questa scelta, non tanto più avanti, giusto qualche riga più giù.

Sbarcati a Barcellona i sei fanno la conoscenza degli ottimi servizi di trasporto catalani. 45 minuti passano prima che quel cazzo di treno parta dalla stazione! Alla faccia delle ferrovie dello stato nostre, tanto (giustamente) vituperate (vituperate sta per mandate a fare in culo).

Ma facciamola breve e veniamo al fulcro di tutta la vacanza: l’incontro con gli amici di Barca, emigrati da Bologna fino alla capital di catalogna in cerca di fortuna e, più che altro, di figa (si può dire figa?). I due soggetti – che per comodità chiamerò d’ora in poi “disadattati” o, in alternativa, “mostri” – accolgono a braccia aperte i pellegrini stanchi e subito aprono una bottiglia di Montenegro che, concorderete con me, non può essere che l’aperitivo migliore per gente che è in viaggio da una decina di ore e non ha mangiato nulla.
Per capire l’importanza di questo incontro devi conoscere un po’ di Storia della Balotta (esame obbligatorio). Uno dei due disadattati infatti, rappresenta una specie di leggenda per i felsinei viaggiatori (non chiedermi perché, studio i fatti io, non le spugnette). Non sprecherò troppe parole per descrivere questo personaggio perché il racconto di questi giorni spagnoli parlerà per lui. Ti basti sapere che viene chiamato Procione (ed è così che lo chiamerò a mia volta) e che per quattro giorni ha sempre indossato un paio di infradito.

Ma torniamo a noi, amato lettore. Il mio orologio segna ormai l’una di notte. Via, non c’è tempo da perdere, subito in strada a gustare un ottimo kebab.

E qui è necessario un inciso. Perché partire per Barcellona, incontrarsi con gente che vive a Barcellona da un paio di anni e mangiare kebab in uno di quei kebabari con quel cazzo di omino con i baffi e cappello da cuoco in vetrina che si trovano a dozzine anche a bologna, un po’ fa ridere, oppure piangere. Fine parentesi, si prosegua ordinati e cantando.

Terminato il lauto pasto in 7 secondi e 23 decimi (non fosse stato per l’Architetto che è lento ci sarebbe stato il nuovo record olimpico di squadra, sarà per la prossima) appoggiati ad un bidone della spazzatura, i mangiamortadella si spostano al Manchester, gradevole localino dove lavora una delle due bestie (lo so, lettore, non ti avevo avvertito di questa definizione ma sono fatto così, stronzo dentro, e mi piace coglierti di sorpresa) trapiantate a Barcellona. Ed è qui che casca il primo asino. Imbottito di droghe per la trasvolata, il Presidente molla il colpo. Tutto succede in pochi minuti: prima il silenzio, poi la “boccata d’aria”, infine la resa con richiesta al Procido di andare a casa. E così, di sei che eran partiti, solo cinque rimasero a rovinarsi fegato e polmoni.
Qui parte una fase di birretta blablabla, birretta blablabla, discoteca unzunz, birretta unzunz, birretta unzunz. Vabbé, hai capito, fondamentalmente si parla di birrette. Fino a quando i ruoli si invertono e le birre cominciano a parlare. Il tutto si chiude con un rumoroso ritorno a casa e con l’avvocato A. che dorme beato in balcone (ci sono le foto, mi auguro di poterle postare presto).I viandanti si sistemano per la notte, un po’ dove trovano. Per terra (ma non in balcone) o ammassati su letti di dubbia igiene in camere che presentano l’allegra particolarità di non avere finestre.

E così si chiude il primo giorno. Ancora molto avrei da raccontare. Non ho descritto la casa e non ho presentato molti dei personaggi fiabeschi che popolano questa storia. C’è tempo, ci sono altri giorni da narrare.

Buonanotte.

m.