venerdì, luglio 24, 2009

Si parla di topo (con la o finale)

Non sono esattamente sparito.
Bazzico sempre qui intorno ma ho l'incubo da apertura del portatile, per questo mi capita di rado di aver voglia di scrivere le cagate che mi capitano (per chi ancora non lo avesse capito, sto rispondendo a la fe, che chiedeva di me).

Però, proprio oggi, mi torna comodo per raccontare dell'ultima mirabolante avventura con i vicini (dopo il grandissimo successo del precedente post, credo e temo più grazie a stefano e alla ila che a me, ma pazienza).

L'antefatto narra del ritrovamento di un topo.
Ritrovamento non credo sia la definizione esatta, sa di cosa ferma. Il topo era vivo e vegeto e vegetava nella mia cucina. Anzi, non vegetava, che sarebbe stato facile catturarlo, correva proprio. Straordinario, non trovate? Questo scemo non si è manco fatto prendere ed è scappato fuori. Vaffanculo.
Tanto per aggiungere qualche informazione sparsa, il roditore non aveva l'aspetto del ratto, sembrava più uno di quei topolini dei film americani, quelli che un vecchio idiota o un bambino idiota allevano in una tasca, salvo creare lo scompiglio tra le signore bene stupidamente spaventate (a margine, non si è mai capito perché i film americani vogliano far passare per stronze e snob le signore e non del tutto deficienti questi bambini barra vecchi che portano a spasso un animale il quale, oltre a rendersi vettore di una serie di malattie, fa anche invariabilmente schifo).

Ciò detto, in casa mi compare questo simpatico roditore, urgono provvedimenti. Anche solo per evitare che tutti voi pensiate io abiti in una specie di fogna. Che è poi la mia preoccupazione primaria. A me, del topo, importa sega ma se qui si mette in giro la voce che in casa mia ci sono i topi, che figura ci faccio all'aperitivo? Eccheccazzo.

Mi appresto dunque ad acquistare qualche arma per combattere l'invasore.
Prima compro una simpatica colla che dovrebbe catturare la bestia per le zampe. Cosa farei una volta trovato il topo incollato a un pezzo di carta, lì che si divincola e squittisce, non chiedetemelo che non lo so proprio.
Poi compro le trappole a scatto. E qui scopro una cosa bruttissima. Io ero già sicuro di mettere un bel pezzo di formaggio come nei migliori tom e jerry a far da esca, non ti scopro che ai topi del formaggio importa un tubo? Ma pensa te che mondo di merda!
Vabbè, comunque alla fine, per tagliare la testa al topo, ho comprato un bel sacchetto di esche velenose, che uccidono in modo crudele i topi, mi spiace, ma alla fine sticazzi, non è che posso tenermi la casa piena di animaletti pelosi che squittiscono e cagarmi sotto ogni volta che vado apro il frigo di notte.

Giunto a casa, preparo della splendide casette per le esche velenose onde evitare che altri animali si suicidino mangiando 'sta merda e avverto pure i vicini possessori di cani e gatti (a quelli possessore di gatti ho anche detto che i loro animali sono degli inutili, obesi, sacchi di merda (non è vero, non l'ho detto)).

Ed è qui che si scopre, anzi che si conferma, l'idiozia del mio vicinato.
I topi non sono arrivati da soli. Nono. E' che uno di questi geni ha pensato bene di salvare alcune cavie da laboratorio da morte certa e liberarle in cantina. Ripeto, liberarle in cantina. Lui le ha salvate (non chiedetemi cosa significa, non è facile discutere con questa gente) e poi non se le tiene in casa (ultimo piano) o in una gabbia nella SUA cantina. No, le libera. Nella cantina del palazzo. Da lì, stupore, i topi si sono sentiti liberi di andare un po' dove cazzo pareva loro. Lo avreste mai detto? Strano eh?

Riassumendo, 'sti topi son stati salvati dal laboratorio per finire avvelenati nella cantina di un idiota. Una bazzona. Un po' come per un soldato che ha fatto il vietnam morire per aver acceso una paglia dietro al culo di una mucca.

giovedì, luglio 09, 2009

Solite figure di merda



Se ho ben capito, le figlie di Obama sono uscite per prendere un gelato e son finite a fare gelati. Viste due nere extracomunitari abbiamo trovato subito il modo di farle lavorare e poi tra quache tempo dichiararle clandestine e cacciarle a pedate.
Bravi, facciamoci sempre riconoscere eh.

mercoledì, luglio 08, 2009

Il consiglio definitivo

E fu così che nel bel mezzo dell'ennesima manfrina piena di saggezza su quel che potrei o dovrei fare per uscire da questo drammatico periodo di crisi, proprio quando mi stavo addormentando, obnubilato da sostantivi, verbi, aggettivi ma - soprattutto - avverbi, fu proprio allora, dicevo, che il consiglio definitivo arrivò.

Implacabile e inaspettato, improvviso e insperato.

Ma perché non fai... un MASTER?




(la foto l'ho presa da fried gold)

venerdì, luglio 03, 2009

Fila

In genere quando ho anche solo il vago sospetto di dover aspettare mi munisco di intrattenimenti vari.
Posso presentarmi dal medico con il portatile e tre film scaricati appositamente per l'occasione. O due libri, tre quotidiani e i compiti di inglese. Una volta ho pure scritto una di queste perle preziose che colleziono all'indirizzo www.wolandest.blogspot.com.
Il tutto viene chiuso da un elemento imprescindibile e cioè la totale chiusura rispetto al mondo esterno tramite coppia di auricolari. Cosa trasmettano è del tutto indifferente, conta che mi impediscano di sentire ogni tipo di commento fatto dai filanti (coloro che fanno la fila, mi pare chiaro. se ne deduce che bono vox, johnny deep e michael jordan che aspettano il proprio turno dal medico altro non siano che stelle filanti. ahahahah.)

Bene, all'ultima fila della mia vita sono arrivato bello carico, quel drogato di Iggy pop cantava biuuuutiful biuuuuutiful gherl from de norz, iu gheiv mi lov for friiiii, quotidiano fresco, e pure romanzetto nuovo nuovo in canna, dovesse prolungarsi l'attesa.
Prendo il numerillo.
Poteva andare peggio.
Mi siedo.
Spiego con gesto teatrale lo schermo inchiostrato che mi riserverà completa privacy fino a quando io deciderò di staccare gli occhi dalle pagine.
Tempo due minuti una vecchia - ma vecchiaaaaa - signora sorridente si avvicina.
La scorgo con la coda dell'occhio (maledetti tabloid, col sole 24 ore non mi sarebbe mai successo. mi sarei rotto imensamente i maroni a leggerlo ma questa è un'altra storia).
Parla proprio con me, sempre sorridente.
Stacco l'isolante dalle orecchie.

- Mi scusi, posso sedermi qui?
- Certo, prego, si accomodi.


Riisolo.
Niente da fare, la signora mi sta parlando, lo percepisco.

- Diceva?
- No, niente, dicevo solo che fai proprio bene a leggere repubblica e non il carlino.
- Mh, grazie [grazie? si ringrazia in un caso come questo? era un complimento?]
- Mario me lo diceva sempre che il carlino dice solo delle fatte corbellerie. [Mario ne sapeva a pacchi, signora] Lui non diceva corbellerie, usava un'altra parola ma non sta bene (ridacchia) [Mario diceva "cagate", me lo sento e lo approvo due volte].
- ...
- Che poi io lo leggevo lo stesso il carlino perché se sei di bologna leggi il carlino. Poi però lui è andato... (guarda in alto) E allora io ho smesso di leggerlo che a lui non piaceva mica [ho in mente pochi altri modi per portare rispetto ad un morto altrettanto azzeccati].
- Beh, ha fatto bene. Credo.
- Ma leggi pure sai, non voglio distrarti. Sei proprio un bravo ragazzo.

Benedetto e contento me ne vado per la mia strada. E mi è bastato non leggere il carlino. Tiè