lunedì, ottobre 23, 2006

Che piano?

E mentre siamo qui che vomitiamo allegramente fango, mentre la Regione Sicilia paga un burocrate di merda amico di Cuffaro 1500 euro al giorno, mentre Putin (avendo letto repubblica) si affretta a dichiarare al mondo che la mafia è roba nostra (anzi, cosa nostra) e non loro, mentre in Iraq muoiono ormai più civili che sotto Saddam (lo ammetto, non mi aspettavo un risultato tanto positivo, bella George).
Dicevo?
Ah sì, mentre insomma il tardo impero va a rotoli, noi abbiamo tempo da perdere, io in particolare, perciò voglio rendervi partecipi di una mia quotidiana paranoia (si fa per dire, non prendetemi alla lettera, vi prego).
L'ascensore, altrimenti detto elevatore.
Non perché mi faccia paura. No. L'ascensore ha due poteri: uno, rovinarti la colazione ricacciandotela in gola, due farti perdere cinque preziosissimi minuti guardando uno stupido display che corre (magari).
In una mattinata tipo arrivi alla pista di decollo. Quattro ascensori fanno su e giù, su e giù scarrozzando gente per il palazzo. Sei quindi costretto a seguire 4 display, spesso ingannevoli e infidi, che ti illudono, ti blandiscono e poi si fermano all'ammezzato o dal quinto ricominciano a salire. Tu vedi 'sti cazzo di numeri, sai, umile, di essere uno 0 e aspetti speranzoso che uno di questi attrezzi decida di fermarsi al tuo livello, magari evitando di saltarti per scendere in garage.
Quando finalmente le porte di uno dei 4 mostri si aprono con il classico dlin dlon, hai finalmente accesso al mezzo che ti eleverà. Tu e altri 8, perchè ci ha messo tanto ad arrivare che l'atrio si è riempito di altri viaggiatori colmi di speranza.
All'interno dell'abitacolo ci si dispone tendenzialmente in cerchio, onde evitare di mostrare le terga a qualcuno e ci si appoggia agli specchi che in questo modo alle ore 7.45 sono già luridi. Tendenzialmente si sorride, per ragioni che al momento non saprei definire con esattezza.
Tutti spingono il loro pulsante e si può stare tranquilli che nessuno andrà oltre il tuo piano. Devi andare al nono? L'ascensore ha 8 passeggeri, tutti rigorosamente diretti ai piani inferiori al tuo. Ti attende un viaggio che è assimilabile alla tratta bologna-vignola in treno, sai di essere salito su uno di quegli espressi che quando il capostazione lo annuncia, il treno fa in tempo a partire e anche ad arrivare alla stazione dopo da quanto è lungo l'elenco delle fermate. Il tutto con l'aggravante per lo stomaco di un movimento costante della colazione. Ad ogni fermata, ad ogni ripartenza, potrai rigustare il cappuccio, i corn flakes o quel che sia. Se devi andare oltre il quindicesimo hai buone possibilità di riassaggiare anche la cena del giorno prima.
Ma non è finita. Perché se hai veramente sfiga, quella mattina arriva lo stronzo di corsa che proprio mentre la voce metallica annuncia "partenza salita" si butta dentro, impedendo alla porta di chiudersi. Il trafelato si scusa sorridendo: "emh, scusate" "si figuri, a che piano?" "l'ammezzato, grazie".
L'ammezzato?
Mi faccia capire, lei, maledetto imbecille, si è buttato dentro un ascensore pieno di gente rischiando di rimanere schiacciato tra le porte per non fare mezza rampa di scale? Nemmeno una rampa intera, mezza, perché capisce anche lei che l'han chiamato ammezzato per un motivo.
"Piano ammezzato" annuncia la voce.
"Buona giornata"
Eh, ottima.

3 commenti:

  1. Caldo, sole e vento dal sud. O sta per cadere il cielo sulla nostra testa (cit.) oppure è il caso di sfruttare questo climino.
    Il messaggio è chiaramente indirizzato a quel tipo malaticcio che deve guarire. Perché pare che il sereno rimanga fino al week end (ammicco, ammicco).

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  2. Per gli utonti trendy del blog

    E ora, qualcosa di completamente diverso, una conversazione originale tra Bush e la Rice:
    George: Condi! Nice to see you. What's happening?

    Condi: Sir, I have the report here about the new leader of China.

    George: Great. Lay it on me.

    Condi: Hu is the new leader of China.

    George: That's what I want to know.

    Condi: That's what I'm telling you.

    George: That's what I'm asking you. Who is the new leader of China?

    Condi: Yes.

    George: I mean the fellow's name.

    Condi: Hu.

    George: The guy in China.

    Condi: Hu.

    George: The new leader of China.

    Condi: Hu.

    George: The Chinaman!

    Condi: Hu is leading China.

    George: Now whaddya' asking me for?

    Condi: I'm telling you Hu is leading China.

    George: Well, I'm asking you. Who is leading China?

    Condi: That's the man's name.

    George: That's who's name?

    Condi: Yes.

    George: Will you or will you not tell me the name of the new leader of China?

    Condi: Yes, sir.

    George: Yassir? Yassir Arafat is in China? I thought he was in the Middle East.

    Condi: That's correct.

    George: Then who is in China?

    Condi: Yes, sir.

    George: Yassir is in China?

    Condi: No, sir.

    George: Then who is?

    Condi: Yes, sir.

    George: Yassir?

    Condi: No, sir.

    George: Look, Condi. I need to know the name of the new leader of China. Get me the Secretary General of the U.N. on the phone.

    Condi: Kofi?

    George: No, thanks.

    Condi: You want Kofi?

    George: No.

    Condi: You don't want Kofi.

    George: No. But now that you mention it, I could use a glass of milk. And then get me the U.N.

    Condi: Yes, sir.

    George: Not Yassir! The guy at the U.N.

    Condi: Kofi?

    George: Milk! Will you please make the call?

    Condi: And call who?

    George: Who is the guy at the U.N?

    Condi: Hu is the guy in China.

    George: Will you stay out of China?!

    Condi: Yes, sir.

    George: And stay out of the Middle East! Just get me the guy at the U.N.

    Condi: Kofi.

    George: All right! With cream and two sugars. Now get on the phone.

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  3. potrebbe essere una bella idea per sabato,caro woland

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