lunedì, marzo 31, 2008

CV, CVD

Oggi mi è arrivata risposta a un curriculum che avevo spedito il 7 gennaio 2007. Avendo il contatto diretto del caporedattore avevo spedito direttamente a lui la mia disponibilità a collaborare per la testata.
Risposta:
"Buongiorno,
grazie dell'indicazione. Ti faremo sapere presto.
Un saluto"
...
Bene no?
No, dico, se dopo un anno decidi che hai bisogno, capisco anche che tu possa rispondere con 14 mesi di ritardo. Ma, ridico io, puoi spedire un lefaremosapere a quattrocentoesblisga giorni di distanza? Che dovrei rispondere?
Ditemelo voi tramite apposito SONDAGGIO che trovate qui a sinistra (la vostra sinistra).



ps
Io fossi in voi, incrociandomi per strada, non chiederei "stai mandando curricula?". Non lo farei proprio.

giovedì, marzo 27, 2008

Un grande classico

Premesso che il contatore di gugol sostiene che ieri wolandest.blogspot.com ha visto passare 0 visitatori e ciò non è bene (secondo me è cioccato, io ci son passato, son sicuro), butto lì un grande classico preelettorale.
Il voi siete qui.
Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Io per esempio sono qui:


Che non mi aiuta tantissimo per andare a votare ma mi rispecchia abbastanza (a parte che "la destra" e la lega dovrebbero stare fuori dallo schermo).

Son curioso di vedere dove siete voi (non potete mettere l'immagine nei commenti ma se mettete l'url della pagina col vostro risultato mi posso fare una bella risata). In particolare ho un po' paura di scoprire dove è Dudu.

venerdì, marzo 21, 2008

7

Post trasmesso.
Nel senso che sono stato invitato a compilarlo da altro blog, per essere esatti il blog di Fedaccia e Radioalice.
Si tratta di una catena fra blogger, nettamente meno perniciosa di quelle via email. I problemi che ora si pongono sono due: uno, trovare 7 segreti confessabili (che non mi posso sputtanare per star dietro a una catena di sandro antonio), due trovare qualcuno a cui trasmettere la catena, visto che sono un blogger anomalo, scrivo per un pubblico silenzioso e ristretto, leggo pochi altri blog e solo su uno ho mai commentato (il perché resta misterioso, ci son finito per caso partendo da Anobii). Solo che quell'uno è poi lo stesso che mi ha trasmesso la gag. Vabbé.
In compenso, come da tradizione, posso tentare di coinvolgere voi, invitandovi a compilare la stessa lista di 7 segreti mai confessati. Rido già pensando all'abbondanza di risposte.
Ma parliamo di me.
- Non ho mai confessato a mio padre che la fiancata della macchina non l'aveva fatta un vicino ubriaco (come da me insinuato) ma l'ubriaco che la guidava, prendendo una curva stretta nel centro di bologna e grattando un fittone (bolognese, cfr La fiera di san lazzaro, Francesco Guccini) di quelli che stanno alla base delle colonne dei portici.
- Non ho mai confessato alla ex morosa (molto ex) che a me i pupazzi fan la grande merda e in particolare quelli raffiguranti cani. Li tenevo in un cassetto e li tiravo fuori solo al suo arrivo.
- A molti amici baskettari e addetti ai lavori non ho mai confessato che da cinno la mia risposta alla domanda "per chi tifi?" era "Virtus". Non ne capivo un cazzo, guardavo solo nba, ma questo non cancella la vergogna.
- Non ho mai confessato alla mia ex capa che era, e immagino sia, una gran meretrice bastarda. Forse però l'ho fatto capire.
- Non ho mai confessato ai miei capi comunisti di avere scritto un mese per l'Avvenire. L'ho persino tolto dal cv.
- Non ho ancora confessato al gruppo calcetto che la mia carriera è al 99% finita. Dopo i legamenti marci della caviglia, si parla di crociato.
- Non ho mai confessato a nessuno che dovendo scegliere una donna del globo per passarci la vita forse opterei per Paola Cortellesi.


Potrei passarlo alla Licia, ora che ci penso.
ps
oh, bimbi, il quiz musicale come va?

mercoledì, marzo 19, 2008

Squillo di lusso

Oggi su Repubblica inchiesta sulle puttane di lusso.
Capirai la novità, è uno dei punti fermi del giornalismo, ogni tanto si sparano due cifre sulla prostituzione, si spedisce un inviato a troie, l'interesse è garantito. Le iene ci campano da qualche anno, almeno un servizio è una video verdastro di poppute che in italiano stentato raccontano quanto prendono, quanto lo faranno, come sono i clienti.
Però c'è il pezzo di Romagnoli che mi ha dato uno spunto interessante. Dice, riassumendo molto, che i nuovi ricchi americani hanno sostituito l'amante con le squillo. Beh, il cambiamento è notevole. Che gli uomini vadano a zoccole infatti non è questa gran notizia. Ogni tanto statistiche allarmate ci informano che le prostitute in Italia sono ormai 9 milioni (son sempre 9 milioni, saranno 36 anni che sono 9 milioni) e che gli italiani sono tra i migliori clienti dei bordelli di tutta Europa (ma dai?). Questa però della squillo da 3mila dollari che sostituisce l'amante la trovo copernicana. Demolito il mito dell'amante che risveglia il lato romantico, l'amante vero amore reso impossibile da una moglie ingombrante e da figli tanto amati. L'amante dei film, quella che spera sempre di diventare l'unica, quella brava a letto e simpatica mentre la moglie scassa il cazzo e non la molla da secoli.
Fine.
Non esiste più.
Il nuiorchese ha trovato la nuova via. Zero menate, Zero ricatti, Zero regali, Zero appartamenti da comprare, Zero lettere da scrivere e poi nascondere, Zero telefonate.
Veni, vidi, fottei.
Poi pagai e me ne andai.
Arrivederci e grazie.
A naso non mi pare meglio ma mi riservo di valutare.



Molto a margine, aggiungo un commento che ho trovato in rete. Di economia e borse non capisco una cioppa, però l'ho trovato "divertente".
Tanto il casino attuale finirà solo quando gli scarafaggi tipo JP Morgan Bank(creatori e proprietari della Fed insieme ad altri scarafaggi tipo le fam. Rothschild e Rockefeller) avranno fatto i loro porci comodi. Guardacaso JP Morgan ieri ha rilevato Bear Stearns (un colosso) per 240mln di USD, quindi un tozzo di pane se raffrontati ai 20Mld di USD della valutazione di poche settimane fà. Nel 1929, all'indomani del collasso di Wall street in seguito alla cancellazione di tutte le aperture di credito, è successa la stessa cosa.
Decine di migliaia tra aziende e banche strozzate dalla crisi improvvisa cambiarono proprietario per una crosta di formaggio...non occorre dire chi furono i nuovi.

La Fed (ora!!) taglia il tasso d'interesse sul denaro? Che pezzi di merda vigliacchi sciacalli!!!
Creano denaro dal niente per mezzo delle banche centrali questi assassini, "vendendo" carta stampata dal valore praticamente nullo e quando i tempi sono maturi creano crisi finanziarie richiamando crediti che all'inizio sembravano vantaggiosi che poi si rivelano cappi al collo di chi pensava di approfittarne e lo ha fatto fino a che la trappola è scattata.

Eurolandia di questo cazzo con il suo parassita dedicato BCE , concepita e creata dai pupazzi dei bankieri che noi chiamiamo politici di alto livello, e di conseguenza noi, povero popolo sovrano solo delle illusioni, siamo nella stessa situazione.
Quando avranno finito di usare l'Euro per prendere il controllo totale dell'economia Americana toccherà a noi e alla nostra "fortissima" moneta Europea.

Datemi il controllo sulla moneta di una nazione e non mi fregherà niente di chi fa le leggi (M.A.Rothschild)


domenica, marzo 16, 2008

Quizzzzzz

Quizzone musicale per tutti!
Per ora lo lascio qui, così ognuno può provare, poi tenterò anche di chiedere aiuto per la valanga che io non ho riconosciuto.
So già che sarà un fallimento, gente poco collaborativa.
Io sono a quota 72 con una mano di mio fratello che ha riconosciuto i chumbawamba e i crazy town.

lunedì, marzo 10, 2008

Cara signora...

...che da qualche giorno ho la fortuna di incrociare in quel laboratorio sociologico che è l'ascensore,
perché?
Perché ti ricopri di questo profumo dolciastro che assomiglia vagamente a quello dei crisantemi dopo 20 giorni immersi nell'acqua (tutti immersi nell'acqua, non solo il gambo)?
Perché hai deciso di farmi sboccare la colazione prima ancora che arrivi al mio piano?
Che ti ho fatto di male io?
E' per distrarmi dal tuo aspetto terrificante di mummia marroncina?
Per migliorare potresti sempre non spalmarti sulla faccia quintali di terra ocra?
Ma i tuoi figli ti riconoscono?
E' per fare pan dan (dubito che pan dan sia italiano) con queste elegantissime camicette dorate e/o leopardate?
E' perché possano risaltare i 15/20 chili d'oro, bronzo, rame, stagno, ottone che pendono dal tuo corpo ormai irrimediabilmente a forma di pera (marcia)?
Ma soprattutto, la mia domanda finale è, tuo marito lo hai avvertito che nel giro di qualche decennio ti saresti trasformata in un mostro color merda (con una punta d'oro) che trascina una louis vuitton più grande del tuo culo (quindi grande, ma grande per davvero)?
No, perchè se lo hai avvertito bene, se non lo hai avvertito vorrei parlare con lui per sapere come si presenta questa specie animale in età premarroncino puzzolente e quindi evitare accuratamente il soggetto.
Grazie.

venerdì, marzo 07, 2008

Un esercito di precari fragile e malpagato

A costo di uscire dai binari ridanciani (bello eh "ridanciani"?) che mi hanno portato al successo (iahahahah), a costo di annoiarvi a morte, a costo di totalizzare un record di 3 lettori per il mio prossimo post, voglio postare questo pezzo:

Un esercito di precari fragile e malpagato
Aldo Nove - La Repubblica


Prima che Bauman, nella sua inesausta pletora di libri "liquidi", ci consegni quello sul salario, possiamo provare a immaginarci cosa, nel nostro mondo liquido, vi corrisponda: il salario nel 2008 è indubbiamente speciale. Ha riflessi chimerici, è reso squassante dalla sua imprevedibilità, dalla sua incertezza.

"Se mi pagano" è la chiave di volta (di un edificio pericolante da troppo) del discorso sul salario oggi.

Mettiamo il lavoratore a termine, a progetto: un laureato, magari in materie umanistiche, magari giovane e dunque quarantenne, a cui viene commissionato un lavoro. In Italia parlare di salario equivale, per strana convenzione, a mettere in pubblico i propri panni sporchi: non è educazione, non si fa, ma cosa ti viene in testa.

Quindi il "giovane" laureato quarantenne di cui sopra spesso non sa neppure quanto verrà pagato. È maleducazione. Chiederlo e saperlo. Valgono le approssimazioni allucinatorie del gioco televisivo a premi in denaro: "C´è una bella sommetta" (topos del linguaggio di Mike Bongiorno secondo Eco), "I soldi ci sono", fino al paramafioso "Non ti preoccupare" sono alcune delle risposte alle timide domande sulla consistenza del salario di chi il lavoro, per necessità, lo fa "alla cieca", o quasi.

C´è qualcosa di amorale, di atrocemente comico in tutto questo: modulandosi addirittura, per scherzo epocale, sul rapporto sentimentale: chi ti dà un lavoro in fondo ti sta facendo un grande favore. Lo fa quasi per amore, sceglie te tra migliaia di altri e dunque non è bello stare lì a parlare di cifre.

Chi chiede informazioni su quanto verrà retribuito per un lavoro contravviene alle regole dell´etichetta del precario: se sapesse, che precario sarebbe? Così si sa che si dovrebbe essere pagati. Una certa cifra, in un certo modo, in un qualche tempo. "In un certo modo" significa che buona parte del tempo del neosalariato viene spesa inventando i modi (in rapporto al tempo, alle circostanze) attraverso i quali il lavoratore avrà ragionevoli speranze di recuperare quanto gli è dovuto o meglio e forse generosamente elargito: si tratta di inventare le forme di recupero di crediti che, per reattività pavloviana, spesso perdono credibilità, riducendo l´intero mondo del lavoro (la sua percezione soggettiva) a una sorta di stagismo universale. Condizione sfibrante e involutiva.

Sono in tanti, a quarant´anni, a sentirsi sotto la pressione delle ugge della "mancetta": benevoli datori di lavoro chissà se benevoli lo saranno davvero, al momento dell´erogazione, posto che un´erogazione vi sia. I bamboccioni sono in fondo adulti obbligati a restare adolescenti se non bambini dall´assoluta mancanza di serietà retributiva in un mercato del lavoro che scherza con i rapporti umani e lo scherzo, da un´intera generazione, non si capisce se avrà fine domani o tra vent´anni o mai.

Ho sentito dire (tante volte, troppe) che il lavoro "retribuito", spesso, è articolato in due poderose fasi, la seconda delle quali, fondamentalmente inedita, è la principale, più delicata e sostanziosa. La prima consiste nel lavoro, la seconda nell´attuazione della difficile retorica di telefonate, sapientemente (e nevroticamente) studiate per far sì che il lavoro volontario si trasformi in lavoro salariato.

Generalmente si attende la scadenza effettiva del tempo massimo di pagamento (supposto che sia stato stabilito: altrimenti è tutto più complicato, si procede per approssimazione) e allora si inizia a telefonare per ricordare che si dovrebbe essere pagati.

Nella mia esperienza di non specialista del lavoro ma di semplice quarantenne a contatto con altre persone sento ogni giorno persone lamentarsi di questa difficile, esasperante realtà lavorativa. È umiliante elemosinare quello che ti spetta.
Ti fa sentire davvero un bamboccione. Una strana commistione tra assenza di autostima e voglia di riscatto per riuscire a porsi in una "dialettica lavorativa" che possa semplicemente, realmente definirsi tale. Nella prassi quotidiana, uno stillicidio di aspettative sotto forma di inutili attese al telefono, di appuntamenti mancati, di verifiche quotidiane del proprio conto corrente per vedere se magicamente "quei soldi" sono poi arrivati. "Quei soldi" (e dunque non altri) sono la formula del frastagliamento di chi, per arrivare a un salario degno di essere definito tale, e che garantisca quindi la sopravvivenza, deve sommare diversi micro salari.

Come delle caricature di imprenditori al gradino più basso della scala gerarchica, i lavoratori di questo tipo (spesso laureati) accumulano ansie inaudite in un vissuto del tutto probabilistico della propria realtà salariale.

Questa è la cifra principale del precariato: aver fatto un lavoro (una serie di lavori), dover avere di conseguenza una certa cifra sul conto corrente e ritrovarsi a chiedere prestiti (generalmente, ovviamente ai genitori) perché quella cifra (quella somma di cifre) non c´è, va "sollecitata", forse arriva domani e così per mesi. Il pericolo maggiore è che nell´Italia del 2008 si arrivi a un´assuefazione. Psicologicamente è già avvenuto. Ma solo psicologicamente e per fortuna.

C´è un margine di resistenza oltre il quale non è possibile andare, ed è quello della corporeità: detto in altre parole, fino a che si mangia si può scherzare. Si può scherzare con la dignità spazzata via del lavoratore, con la sua riduzione d´ufficio a pedina insignificante della contrattazione.

Ma oltre un certo livello non si scherza più. Quel livello è quello della fame. La fame vera. In Italia non ci siamo ancora arrivati. Ci si "arrangia": a scapito della propria dignità, in un sogno guasto riempito di telefonini e distrazioni a basso costo da mondo incantato per adulti.

Ma appena i "bamboccioni" (è la terza volta che lo scrivo: scusatemi, ma è un termine di una violenza, di un´ottusità micidiale, a suo modo, satanicamente, geniale) cominciassero a stare davvero male, a non avere di che mangiare, salta tutto. Si chiama rivoluzione e la fanno direttamente le pance. Prima c´è il limbo dell´attuale condizione salariale.

mercoledì, marzo 05, 2008

Roar

Nella foto, io questa mattina.
Non ho fatto la barba.
Mi sono svegliato con la stanchezza dell'orso polare in agosto ad Antalya. Probabilmente l'orso raffigurato è anche un pochino in cassa. Io no ma il risultato è simile.

Nel tragitto casa lavoro (tempo schifido, freddo e pioggioso) Ippooddo sceglie per me come primo pezzo della giornata
Rain falls on everyone
the same old rain
and i'm just trying to walk with you
between the raindrops

Tutto vero, per carità, però io sarei in scooter, se mi è permesso falls un po' peggio on me che on 'sti stronzi in macchina che non mi fan passare.

Secondo pezzo scelto da Ippooddo (sarebbe il caso lo aggiornassi ogni tanto, lo so):
Jesus wrote a blank check,
One I haven't cashed quite yet.
I hope I've got a little more time.
I hope it's not the end of the line.
Yeah, Jesus wrote a blank check.
One I haven't cashed yet, all right.
But if I had to choose a number,
I'd want it to be number one.
I don't want to be number two.
Yeah, I don't want to be number four.
But I can hear a knock on the door.
Jesus wrote a blank check, all right.
If Jesus saw me dying,
Would angels come a flying down?
I hope I've got a little more time.

Direi meglio.

Ci starebbe il gioco indovina di chi sono i pezzi ma google rovina il gioco trasformandolo in indovina chi è più veloce a fare copia e impasta.

Nel tragitto piano 0, le porte stanno per aprirsi, le porte stanno per chiudersi, ascensore in salita, piano 13, le porte stanno per aprirsi, le porte stanno per chiudersi, questa mente malata ha pensato che potrebbe trovare una nuova top five di qualcosa da proporre. Non ha però pensato a quale. Bah. Mah. Gah.

ps checentrasega (ma tanto è il post più sconnesso di sempre)
Posso sapere da voi a chi frega di avere una "compagnia di bandiera"? Perchè io questa cosa non la capisco. E' in perdita (a spese nostre eh) da 173 anni, non la usa nessuno perché fa schifo, cosa cazzo la teniamo a fare? E' una vergogna non avere una compagnia di bandiera? Gli svizzeri ce l'hanno? Mi pare di no. Possiamo permetterci noi di fare i fighi e pretendere una cosa che nemmeno gli svizzeri sentono di dover avere?

ppss checentrasegadue (guazzabuglio rulez)
Secondo un recente studio (leggi, parlando con alcuni pirla miei amici), parecchia gente reputa l'olfatto un senso fondamentale nella scelta del proprio compagno/a. In pratica l'odore dell'altro/a stimolerebbe più o meno, facendo salire o scendere la fotta.
Personalmente la trovo una grandissima stronzata (pacatamente, come piace a noi) ma sono curioso di sapere se ci sono altri che vanno "a naso" [comunicazione di servizio per i miei amici, mi dovete rispondere qui, non a voce quando mi vedete, scimmie!]