lunedì, dicembre 29, 2008

Bononia, brizzi e "quella non di bologna"

Cappello: il post si sviluppa in maniera anomala e molto poco sensata, accompagnabile da un vino dolce e vellutato come il Recioto della Valpolicella o da un pezzo dei Fratellis.

Mi son letto in un paio di serate l'ultimo lavoro di Enrico Brizzi, e mi son divertito un mucchio. Ma vabbè, faccio poco testo, io quando parla lui mi sembra di leggere me stesso, se si esclude la passione calcistica e parecchio ultras che lo distingue.

Comunque, non volevo parlare del libro, ma della città. Partendo da alcune righe del Brizzi:
"...E neppure ci passa per la testa di considerare ancora la più piccola delle aree metropolitane della nazione come un paesone: per quanto un secolo fa ci siamo affannati a buttare giù le mura, la cui presenza ha costituito storicamente il vero discrimine fra paese e città, nei paesi ci si aiuta a vicenda, e da un po' di tempo a Bologna sembrano tutti troppo egoisti o indaffarati per dedicarsi davvero ad ascoltare gli altri"

La frase, tanto vera quanto originale nel ribaltare la valenza del classico "paesone" attribuito alla turrita, mi ha ricordato uno scambio avuto con una bolognese d'adozione.
"Ma quand'è che sarò bolognese io?"
Si chiedeva.
"Sarò sempre quella 'non di bologna'?"
"Perché venendo dal nord non sono nemmeno una fuorisede", ha aggiunto.

La ragazza ha perfettamente ragione.
Quand'è che la finiamo con questo rassismo tutto bolognese che ci contraddistingue? Non ve la prendete subito, lo so, noi non siamo razzisti. Infatti io ho detto che siamo rassisti. Ci piace distinguerci, siamo sempre lì a far la gara a chi ha più stellette a forma di tortellino (in brodo, cazzo!). Uno può pure sapere cos'è il rusco, può dare il tiro, può capire lo scambio demenziale "altro?" "altro!" e nonostante ciò noi staremo lì a far la punta.
Quante zeta ed esse c'hai nel cognome? Ahi ahi ahi, con quella e in fonda non me la conti mica giusta te!

Ma basta, dai! Siamo ridicoli! E pure un filo arroganti, ora che non primeggiamo quasi più in niente. Tanto più che quando noi bolognesi andiamo a fare il gioco dei cognomi, tre/quarti di nobiltà non li ha quasi nessuno (e ci sarà un motivo, forse all'epoca dei babbi e dei babbi dei babbi la città attirava di più). E chi li ha non è affatto detto conosca o viva la città più o meglio di chi ancora la chiama bòlogna.

Ormai la percentuale di studenti che arrivano, si innamorano e si fermano è in picchiata, almeno quei pochi, fate i bravi, teniamoli stretti.

venerdì, dicembre 26, 2008

Il contronatale

Il web pulllllula di post sul natale.
E' straordinario.
Il 90% di coloro che hanno un facebook profile, un blog, un tumblr, uno squirt o altro, in questi giorni stramaledicono (o stramalediscono) il natale.
Ne ho dedotto ci fosse ormai una gran fetta di italioti affrancati da questa festa obsoleta.
Per questo, fiducioso, il giorno di natale sono uscito con un paio di altri temerari, convinti di poterci fare, che so, una boccia di cabernet franc, una partita a stecca, una cioccolata in tazza corretta.
Macchè.
Tutto chiuso.
E per strada ci saran state quattro persone.
Non c'erano nemmeno artisti di strada.
Anzi no, uno c'era ma faceva schifo. Gli abbiamo dato qualche euro giusto perché il freddo era becco e almeno lui dimostrava la sua superiorità rispetto al natale lavorando.
Ma tutti gli altri dove cazzo erano?
Tutti questi disprezzatori di tradizioni folcloriche superate, dove stavano?
Ve lo dico io, mangiavano come maiali quintali di tortellini, arrosti e dolci, scartavano regali scacciacrisi, giocavano al mercante in fiera intorno all'albero. E intanto postavano sui loro profili di facebook il loro disprezzo per il natale con l'Iphone regalato loro dalla zia, di nascosto, sotto il tavolo, con la bocca piena di cioccolatini fiat.
"Vercingetorige non ne può [gnamgnam] più di questo schifo [burp] di natale"
Vigliacchi. Uscite, lavorate, servitemi da bere.

lunedì, dicembre 22, 2008

Non ti si può sentire

"Ma non c'era la crisi? Sarà, io ho fatto un'ora di fila in un negozio ieri..."
Hai fatto la fila perché il negoziante ha risparmiato sui commessi, stronzo.

"Ma non c'era la crisi? In centro è pieno di gente che non fa un cazzo..."
Son tutti disoccupati, stronzo.

"Ma non c'era la crisi? Io ieri non sono riuscito a entrare in pizzeria..."
E' che tutti quelli che andavano al pappagallo, da rodrigo e al diana adesso vanno in pizzeria, stronzo.

"Ma non c'era la crisi? Quella gente lì che beve e ride non mi sembra preoccupata..."
Sono miei amici e li sto raggiungendo, stronzo. Ridiamo e beviamo per dimenticarci la gente "sgamata" e furba come te.

ps che come sempre non centra niente con la prima parte
comunicazione di servizio per le donne:
i costumi da bagno a contatto con il cloro tendono a perdere sostanza.
il risultato è la sostanziale trasparenza.
sapevatelo su rieduchescional ciannel.

domenica, dicembre 21, 2008

Lo ammetto, non so che caspita scrivere

Però ho trovato due belle metafore della vita.





Anche questo non è male

lunedì, dicembre 08, 2008

Cèllacrisi ma noi non ci lasciamo abbattere e proseguiamo a dire delle cazzate

"Studio inglese. Dagli uccelli fino all'uomo, pene più piccolo, ermafroditismo, sterilità crescente. E la colpa è dell'inquinamento".

commento di tutte le donne in coro: sì, adesso è colpa dell'inquinamento.


"Halle Berry: 'Kate e' straordinaria - ha detto -. Recita nuda o seduta sul water sempre senza il minimo imbarazzo. E' cosi' libera. Mi piacerebbe molto essere quel tipo di attrice che, proprio come lei, vive perfettamente a suo agio con il proprio corpo'"



commento della Winslet: Che fa questa, prende per il culo?


"Una prima sottotono: fischi alla Scala. Dalla platea 8 minuti di applausi; il loggione contesta. Protestano lavoratori e studenti. In sala ministri e capi di Stato. Cena di gala per 850"

commento mio: ma seriamente, a chi frega della prima alla scala?

mercoledì, dicembre 03, 2008

Il gusto pieno della vita

Allora, già è un periodo di merda.
C'è la crisi, è freddo, il conto in banca scende lesto che manco bolt (Usain, non quel cane di merda della disney).



Mi spiegate cosa ho fatto di male per sorbirmi anche Enrico Ruggeri?
Io vorrei sapere chi lo ha riesumato sto tizio con la voce solo un pochino impostata. Praticamente è Slot dei goonnies con l'espressività di monica bellucci e la simpatia di Vittorio Sgarbi.

E qualche fenomeno ha pensato bene di affidargli, qualche anno fa, la trasmissione Il Bivio. Ispirata a sliding doors, l'idea credo fosse quella di supporre cosa sarebbe accaduto nella vita di tizio o di caio (ma più di tizio, a naso) se un determinato fatto sconvolgente non fosse accaduto.
E già è un'idea di merda, diciamolo.
L'ottimo ha poi trasformato la baracca in una specie di centro recupero per freak di vario genere, con una spiccata predilezione per attori porno, donne rifatte e, soprattutto, transessuali. Il tutto col tono serioso di chi parla del genocidio di tutsi in Rwanda e con l'effetto tutto particolare di convincere qualsiasi spettatore che il caso b, quello mai accaduto, non sarebbe mai potuto essere tanto merdoso quanto la vita di 'sti fenomeni da baraccone (quelli nella trasmissione, non i trans in generale, sia chiaro).

Quest'anno il nostro ritorna con una nuova splendida trasmissione che si svolge all'interno di un gabbiotto di vetro in centro a milano (e la domanda sorge spontanea, why cazzo, why?). Il titolo è "Quello che le donne non dicono". Cito la descrizione fornia da Mediaset:
Enrico Ruggeri, autore dei celebri versi della canzone "Quello che le donne non dicono" da cui trae il titolo il nuovo programma di Italia 1, porta la sua sensibilità e conoscenza dell'universo femminile in questa nuova avventura televisiva che vede protagoniste assolute le donne.

Assolute.
Non so se mi spiego.
Protagonista dell'unica puntata da me scorsa: Maurizia Paradiso.

Ah, canta pure lo spot dell'amaro averna. Il guooooosto pieoooono deooolllaaa viootaaaaaa. Mavaffanculova.